Un luogo (in) comune

Fa buio troppo presto. E io sono in piedi a cercare di mantenere l’equilibrio in un treno troppo affollato. Si torna per andare via di nuovo. Nessuno possiede mai davvero qualcosa.

Il prontuario delle cazzate umilia secoli di evoluzione. E io qui, a sfogliare pagine di banalità, intrise di luoghi comuni. E sì, l’ho detto. 《Ti vedo solo come un amico》- ma no, la verità è che non ti vedo più.
Si è liberato un posto. Un uomo opaco mi invita a sedermi.
Ma sì, ora potrei lamentarmi con chi mi sta accanto che non ci sono più le mezze stagioni, e un tempo del genere in autunno quando mai. Che sì, si potrebbe proprio andare al mare.
Potrei riflettermi nel finestrino rigato di polvere e monotonia per ammettere a me stessa che la vita ricomincia a quarant’anni e non c’è più il futuro di una volta e invecchieremo guardando Santoro che cambia canale.
Potrei chiudere gli occhi, una valigia e partire. Flettermi sinuosa tra braccia non mie, non tue. Inarcare le sopracciglia, muovere le dita sui tasti immaginari di un piano. Muovermi con attenzione su un piano inclinato. Seguire un rettilineo per poi frenare bruscamente. Sedermi sulle ginocchia di chi può reggere gli sbalzi d’umore e di temperatura.

Perché un autunno così non l’abbiamo mai avuto. Perché tu non sopporti la voce e il fiato di quando ti parlo delle cose fragili e deteriorabili. Perché tradire è meglio che curare.

7878IMG_5609Foto di Letizia Annamaria Dabramo

Il (proto)divo

Il recidivo. Il tardivo. Il primo. Giulio Andreotti si è spento alla tenera età di 94 anni (qualche giornalista ha ritenuto opportuno specificare che «da tempo era gravemente malato»). È morto portandosi dietro omissioni, sentenze, ma soprattutto fango e buio. Il buio delle scatole nere, dei silenzi, dei conclave di governo, delle congiure e delle (o)scure stanze di palazzo. Il fango, quello delle bugie viscide, quello di una ragion di Stato che impedisce una visione nitida della realtà. Che impedisce di chiamare omicidio un omicidio, e strage una strage. Lui, Rasputin dalle lenti spesse, protagonista tra le righe, sempre. Anche in un giorno come questo, a trentacinque anni dalla morte di Aldo Moro, dalla morte di alcune idee e di una certa (residua) ingenuità politica. In trentacinque anni cambia l’opinione pubblica, cambiano i rappresentanti di partito (a volte!), cambiano i canali di comunicazione. Cambia praticamente tutto, tranne i rasputin. Certo, a volte muoiono, ma non cambia molto. Si continua a parlare di loro, ci si interroga sulla loro moralità, e sui segreti che portano via – misteri  da abbazia medioevale e intrighi da corte del Re Sole. Strategie e oscurantismo, all’insegna del non detto, del non visto. Ma con qualche aereo di troppo che poi, alla fine, precipita.

Letizia Annamaria Dabramo

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Il 12/5 una cicloescursione per promuovere la cultura del territorio

Diffondiamo il seguente comunicato stampa ricevuto dallo staff di Apulia Activa a.s.d.

Conoscere il territorio significa sfruttarne consapevolmente le risorse, senza sprechi, nel rispetto della natura e della storia del luogo. È questo il motto di Apulia Activa A.S.D. che, in collaborazione con Riserve Naturali del Litorale Jonico Tarantino, organizza per il 12 maggio 2013 la Cicloescursione al Bosco dei Cuturi (Via per San Pietro in Bevagna, SP 167 al km 7 – Manduria). Un programma articolato, che vuole trasmettere l’importanza e il valore di una mattinata all’insegna dello svago all’aria aperta tra i colori della campagna, i profumi della Macchia Mediterranea e i sapori genuini delle produzioni a Km 0.

Attività in programma:

  • Ore 8,30 Raduno di bici in Piazza Garibaldi
  • Ore 9,00 partenza della Cicloescursione (una passeggiata adatta a tutti)
  • Ore 10,00 arrivo al bosco e inizio attività: visita guidata al Bosco (a cura dello staff di Riserve Naturali del Tarantino), giochi e attività ricreative per i più piccoli (a cura dello staff di Apulia Activa A.S.D.), degustazione con i sapori della nostra terra (Primitivo, frise olio e pomodoro, succhi di frutta e i formaggi della Masseria Bottaro)
  • Ore 12,30 ritorno a Manduria (Quota di iscrizione € 2,50).

Chi non ha la bici, può richiederla a litoraletarantino@libero.it e programmare la sua partenza dalla masseria La Marina parcheggiando comodamente lì la sua auto. Inoltre, la partecipazione alla Cicloescursione darà la possibilità di partecipare al concorso fotografico “Bici e natura”. Basterà scattare delle foto durante la manifestazione del 12 maggio e inviarne tre in formato digitale all’indirizzo apulia.activa@live.com. La commissioni sceglierà 12 opere tra le pervenute e saranno esposte dal 18 al 25 maggio presso la Caffetteria “Fellini”. Chiunque potrà votare la propria foto preferita, che permetterà ai primi tre classificati di aggiudicarsi un premio offerto da FotoVideo2000. Apulia Activa è un’Associazione Sportiva Dilettantistica affiliata alla UISP e riconosciuta dal CONI, nata dall’entusiasmo di alcuni giovani pugliesi con l’ambizione di organizzare eventi sportivi e culturali in tutta la regione. Ad oggi, può vantare una fitta rete di collaborazioni con associazioni affini per intenti e mission, il cui scopo è quello di valorizzare i ricchissimi territori in cui si vive, ma troppo spesso penalizzati dall’indifferenza degli stessi abitanti. Per questo motivo, Apulia Activa ha presentato, nell’ambito del bando regionale “Mente Locale”, un progetto di riqualifica dei locali in disuso della Stazione FSE di Manduria. La proposta consiste nell’attivazione di un Info Point e di un servizio di guida turistica, una ciclo-officina, noleggio bici urbano ed escursionistico, laboratori per bambini, organizzazione di attività di intrattenimento per anziani e adulti, il tutto con un unico filo conduttore: il riuso e il riciclo!

Un’ottima partenza per Apulia Activa A.S.D. che, con il suo entusiasmo e le sue giovani risorse, promette di arricchire il panorama sportivo, culturale e turistico delle nostra città!

APULIA ACTIVA - locandina

Quella stampa ingenua che… Magari!

Oggi si celebra la giornata mondiale della libertà di stampa. Leggo i numeri, non proprio confortanti, dell’Italia. Bollata come “semi-libera” nel 2012 dal Freedom of the Press Report, la sua situazione continua a peggiorare con il passare del tempo. La solita Italia bifronte, quella imbavagliata nei salotti e quella inviata in trincea. Il giornalismo è continua battaglia; e Giano, dio della guerra e sugello di pace, sembra che ci vigili su. Sarebbe bello guardare un po’ oltre pane e circensi e diventare un po’ più ingenui, proprio nel senso etimologico: uomini liberi nati da padri liberi. Ognuno può sciacquare i panni nel meraviglioso fiume della stampa, perciò il rischio di questa giornata è quello di giustificare accorate interviste a figli di attentatori, opinioni toccanti di calciatori, ululati di politici sbraitanti. Per questo motivo, forse, sarebbe più utile proclamare la giornata mondiale dell’etica nel mondo della stampa. Con tanta, tanta ingenuità.

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Leah Saulnier: una moderna primitiva

In quale misura l’arte contemporanea può diventare veicolo di trasmissione di nuove possibilità esistenziali? Questa domanda sorge spontanea davanti ai dipinti di Leah Saulnier, che recupera la tradizione di un (sur)realismo post-moderno per  fare della realtà un teatro lynchiano dell’assurdo, dove fetish e grottesco si sposano in un connubio paradossale. Il reale  viene, così, tutto trasposto su un piano onirico: oggetti posti forzatamente in spazi non convenzionali, volti spenti, afflitti dalla solitudine, combinazioni spazio-temporali illogiche e “creative”,  giochi di allusioni sorretti da un particolare gusto provocatorio di forte impatto psicologico, rappresentazioni di una sessualità deviata (e deviante), legata al motivo dell’antropomorfismo.

È una pittura di protesta, una critica (non tanto) velata alla società dei consumi, dell’inaridimento spirituale, del sacrificio umano in nome dell’”evoluzione”.  I massimi protagonisti, animali e vegetali  rappresentano l’ultima forma di resistenza terrestre, e si stagliano sullo sfondo di una dimensione alienante, dominata dai modelli capitalistici e da un’umanità sempre più sola nella sua specie , che si confronta  con la genuinità del mondo naturale, sul quale pesano i retaggi di un’opera di distruzione cosmica.

Gli animali sono i portatori di una nuova civiltà; su di loro non piove la vergogna della sconfitta etica. Così, Leah Saulnier auspica il rinnovamento di un moderno primitivismo, nel quale tornare a “essere animali”, affinché l’umanità possa beneficiare di un riscatto, attraverso gli sguardi “incontaminati” di esseri catapultati in una realtà artificiosa. E affinché possa, di nuovo, trionfare la vita più umile in questo agglomerato di esistenze interrotte.

A.R.

Leah Saulnier (28)

Quando ti crolla il mondo addosso. Dopo il 1989.

A otto anni si scoprono tante cose. Tipo che farne del resto delle divisioni, o tipo che piaci a quello della terza fila. E la cosa ti imbarazza abbastanza. A otto anni, però, si può scoprire accidentalmente cosa sia la geopolitica (!). Certo, il termine vero e proprio lo conoscerai svariati anni dopo, ma non è questo il punto. Questo è l’episodio devastante di quando scoprii che i libri non dicono sempre la verità. O almeno, dicono sempre la verità, ma non la dicono per sempre. Sono cose che si scoprono per caso, quando, ad esempio, la maestra assegna il compito di disegnare la cartina dell’Europa. Politica. E può capitare che il tuo atlante geografico sia indietro di qualche anno. Tutto può capitare. Anche che, nel ricopiare con la carta carbone, ci scappi una lunga linea che spacca in due la Germania. Quando hai otto anni, la maestra ha il dovere di ammonire ed educare, facendoti notare che la Germania è una. «Impossibile! Sull’atlante c’era quella linea. L’ho vista!». Sì, ma… È davvero dura confrontarsi con il mondo che cambia, soprattutto se ancora non si hanno gli strumenti per ammortizzare queste brusche virate. «Di questo passo rischiamo di ritrovarci l’Everest in Venezuela!» No, così non va. Non può andare. Muri che cadono, confini che si cancellano… Ed è per questo che dentro di me resta ancora quella dolce illusione: otto anni e due Germanie.

L.A.D.

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